domenica 26 giugno 2011

Questa storia ci puzza(non in senso metaforico)

La sopportazione raggiunge un limite,non è una novità che gli impianti di compostaggio sono maleodoranti,come il materiale che viene trasportato dai camion,ma nel caso dell'impianto di compostaggio situato a Tana Termini la situazione è veramente anomala (non nel senso che il puzzo è assente,come ben sappiamo).

Sapendo dei disagi che avrebbe provocato un impianto di questo genere,il comune di Marliana si oppose alla proposta di COSEA,che avrebbe voluto costruire l'impianto di compostaggio su quel territorio,a quel punto la proposta medesima viene fatta a Piteglio (2003,allora con giunta di centrosinistra) che accetta,pur con contrarietà del consigliere comunale PRC(che faceva parte della maggioranza).

I dubbi di rifondazione in proposito sono riguardo ai pericoli ambientali che può provocare in quella locazione,al disagio che avrebbe provocato,al percorso anomalo del compost,al disagio che avrebbe comportato alla viabilità,al controllo dell'impianto.

La "location" scelta per l'impianto è Tana Termini,al confine con il comune di Bagni di lucca e quindi con la provincia di lucca,luogo scarsamente abitato,con un punto di ristoro(la cui produttività è seriamente compromessa dai disagi provocati dall'impianto) e cave a cielo aperto,sormontati dal paesino di Lucchio. Tana Termini (o come viene definito più comunemente "la tana") prende questo nome proprio per la sua posizione:al centro di questa vallata (una "buca",una "tana"),che è la valle del fiume Lima,un fiume importante per la montagna pistoiese,per la sua produzione di energia idroelettrica. L'impianto voluto da COSEA è proprio a ridosso del fiume,quindi ogni tipo di problema dell'impianto,ogni fuga di materiale o danno,potrebbe sostanzialmente influire sull'ecosistema del fiume,un fiume già danneggiato dalle varie intubazioni per alimentare le turbine delle centrali idroelettriche.
Aprendo una parentesi sulle intubazioni del fiume...sempre su opposizione di un PRC in maggioranza,la giunta di centrosinistra nel 2007 autorizza i lavori per una nuova intubazione del fiume,intubazione che va,non solo a impoverire il fiume d'acqua e da una ricca fauna di pesci(la Lima è un paradiso per i pescatori della zona),non solo ad aumentare un rischio frane già alto (con i paesi di Popiglio e La Lima seriamente a rischio...),non solo a cambiare totalmente il paesaggio del fiume,deturpandone la bellezza,ma addirittura a mettere a rischio il "Ponte di Castruccio" in loc. Lambure,famoso ponte voluto dal condottiero Castruccio Castracani nel XIII secolo. Il ponte è ancora li,ma i lavori hanno fatto si che l'acqua prendesse un tragitto tale da aumentare il lavoro di erosione nei confronti del ponte.Insieme all'impianto di compost,questo è il motivo più grande per cui il centrosinistra ha perso il comune di Piteglio,entrambe le cose hanno ricevuto l'opposizione da parte del PRC/FdS.

Chiudendo questa lunga parentesi,i disagi al fiume oggi vengono provocati comunque,viste le fughe maleodoranti che investono l'intera vallata,l'ecosistema non crediamo ne giovi...

Le fughe maleodoranti contaminano nella provincia di Pistoia,rispettivamente le frazioni di Tana Termini,Lambure,Cavone,Lolle,Popiglio,Piantaglio,La Lima,creando disagio a circa 1000  cittadini(e probabilmente ancora di più nel comune di Bagni di Lucca,provincia di Lucca).Naturalmente il disagio è anche economico,sia per il turismo,che per le varie attività private,come il ristorante-bar di Tana Termini,che è proprio a ridosso dell'impianto,e il nauseante odore è quasi perenne.Una puzza insopportabile,nauseante che l'unica liberazione è l'apnea.L'espandersi della puzza è inoltre favorito dal trasporto di compost con camion NON COPERTI! Che creano lo stesso disagio della val di Lima anche a alcune frazioni del comune di San Marcello che parte del tragitto dei suddetti...Il tragitto...Altra anomalia:la posizione dell'impianto è assolutamente antieconomica per quanto riguarda il trasporto del compost,perché la spazzatura parte da Bologna,arriva a Tana Termini e successivamente andrà trasportata a Pescia (http://maps.google.it/maps?hl=it&tab=wl).Un totale di 160 Km, su strade già molto trafficate,creando imbottigliamenti,ancor più sgradevoli dello stare in coda dietro a un camion...perché il puzzo di questi camion qua è incredbile,visto che trasportano a cielo aperto tonnellate di spazzatura in decomposizione.

Nel 2003,dopo il raggiungimento di un accordo fra comune e COSEA,l'opposizione e PRC chiesero una commissione di controllo,PRC richiese che dentro a questa commissione ci fossero anche soggetti esterni ai lavori del comune,ossia rappresentanti delle associazioni paesane,delle associazioni ambientaliste e liberi cittadini(la presenza di un cittadino nella commissione di controllo era già presente nell'accordo fra comune e cosea),questo non è stato fatto fino al febbraio del 2011.

Proprio nel 2011 iniziano ad arrivare buone notizie per gli abitanti della val di Lima.Il 24/02/2011 il capogruppo FdS in consiglio provinciale a Pistoia, Rita Monari, fa un interrogazione in merito all'impianto,in seguito l'ARPAT farà un ispezione del sito che,come dalle aspettative,non è a norma.La società "Sistemi biologici SRL" dovrà mettere a norma l'impianto entro il prossimo 2 luglio,in caso contrario,l'impianto rischia la chiusura.

Vedremo i risvolti della vicenda.

Forza,compagno presidente Chavez!



Il compagno presidente Hugo Chavez è ricoverato a L'Avana,in gravi condizioni di salute.Difficile dire quale sia il suo male,a causa dei depistaggi condotti in merito da parte della CIA,che ha fatto diffondere la voce(tramite un quotidiano di Miami) che il presidente del Venezuela sarebbe stato colpito da un tumore alla prostata,ciò ovviamente è falso. Secondo le fonti ufficiali,il presidente Chavez  sarebbe stato operato ad un asceso pubico.
Hugo Chavez ha rappresentato una rivoluzione,e ora rappresenta il consolidamento di essa.Da anni il Venezuela subisce un embargo targato USA,e nonostante tutto è uno stato in perenne crescita,Chavez rappresenta questa crescita,Hugo Chavez è una bandiera del successo dell'anticapitalismo,i progressi sociali ed economici del Venezuela ne sono la dimostrazione.Per questo gli USA vogliono la sua morte,chiaramente non viene provocata da una falsa dichiarazione su un quotidiano,ma è anch'esso un modo di colpire la morale,la speranza di riscatto del popolo latinoamericano,che vede in Chavez e Fidel,i nuovi Bolivar e Martì,due orizzonti di libertà,di identità sociale.
FORZA,COMPAGNO PRESIDENTE,TUTTA L'AMERICA LATINA,E CHI CREDE NEL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO E CON TE!

giovedì 23 giugno 2011

…e chi la ferma più questa rivoluzione!

La verità è che il Paese sta cambiando. La forza e l’intensità di questo vento sono così grandi che probabilmente sarà necessario del tempo per capire fino in fondo cosa sta succedendo.
Nel frattempo, questo è il momento per essere felici e per cercare di trarre dal voto alcune indicazioni utili per il futuro.
La prima cosa che vorrei dire è che questa vittoria, come e ancora più di quella dei ballottaggi, è la vittoria di un popolo che decide e partecipa autodeterminandosi rispetto alla politica per come oggi e’ rappresentata. C’è uno scarto profondo  tra la politica e questo nuovo attivismo. È stata la vittoria dei comitati, dei milioni di cittadini che hanno firmato, che si sono impegnati, dei tantissimi giovani che hanno conosciuto nel nostro Paese, proprio con questa campagna referendaria, per la prima volta l’impegno.
Dobbiamo capire in fretta quello che sta succedendo nel rapporto tra la società e la politica. È stata la vittoria della partecipazione diretta e ciò è avvenuto (lo dico qui per inciso, ma meriterebbe ben altro approfondimento e ben altra attenzione da parte di tutti) anche grazie alla rete, ai blog, ai social network, ai nuovi strumenti della politica e del coinvolgimento diretto che hanno sconfitto l’oscuramento sistematico dei media tradizionali.
Gli artisti che fanno politica in genere non funzionano molto, ma i politici farebbero bene a cogliere le intuizioni che da quel mondo provengono perché, in genere, anticipano i tempi e forse ha ragione Vasco Rossi nel dirci “… e chi la ferma più questa rivoluzione…”
La seconda cosa che emerge da questi referendum è che l’asse Berlusconi-Bossi (entrambi hanno dato indicazione di non votare) esce sconfitto e con esso vacilla la tenuta della coalizione di destra. Lo si vede nei conflitti non più nascondibili dentro ciò che è rimasto del blocco di potere berlusconiano, nella crisi della Lega,  ma – ancora di più – nei giudizi della gente, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze, nei bar. Il governo molto probabilmente non cadrà subito perché ancora forte è il potere di condizionamento di Silvio Berlusconi, ma quella parabola si sta finalmente completando.
In questo contesto il nostro impegno deve essere teso ad  evitare che tutto prosegua come se niente  fosse successo o magari – altro scenario tutt’altro che inverosimile – che a questo governo si sostituisca un governo tecnico o di transizione, a guida moderata. Noi vogliamo che si torni al voto, nel più breve tempo possibile e siamo disponibili, come abbiamo più e più volte ripetuto a costruire un Fronte Democratico con Pd, Sel e Idv per battere le destre  e  ad aprire  immediatamente un confronto programmatico. Scoprendo le carte con molta onestà, consapevoli che su questioni rilevanti ci sono posizioni diverse, ma con la volontà di costruire un’alternativa a Berlusconi e con la convinzione che ci sono questioni su cui la Federazione della Sinistra intende dire la sua. Prendiamo il tema dell’acqua pubblica: il Pd è stato molto bravo a salire in tempo sul carro dei comitati nelle ultime settimane. Ma tutti sappiamo  che la posizione del Pd e da Bersani e’ sempre stata quella di sostenere  la liberalizzazione del servizio idrico. Su questo, come su altri temi,  bisognerà discutere.
Nonostante le differenze – che sarebbe sbagliato nascondere – come avvenne con Prodi nel 2006, la nostra  disponibilità al confronto deve essere immediata. L’errore piu’ grave che potremmo commettere, a maggior ragione dopo questi risultati referendari e elettorali, che hanno suscitato grandi aspettative di cambiamento, e’ lasciare che gli altri ci mettano in un angolo.
Dobbiamo evitare che si consolidi un’alleanza di centrosinistra chiusa nel recinto Pd-Idv-Sel e che la Fds venga considerata fuori gioco e inessenziale.
Non solo dobbiamo partecipare, ma dobbiamo stimolare noi il confronto programmatico.
Nel Pd qualcuno insiste nel proporre una alleanza con il Terzo Polo? Lo faccia.
E’ una  rincorsa che non e’ credibile e che non ha nessuna possibilita’ di realizzarsi. Infatti il diretto interessato – Casini – non ha nessuna intenzione di perdere l’enorme potere contrattuale che gli derivera’ dall’essere determinante per la costruzione di qualsiasi maggioranaza dopo le elezioni. Questa legge elettorale, con la quale presumibilmente si andra’ a votare, garantisce infatti a Casini e al Terzo Polo un numero di senatori che saranno determinanti per la formazione di qualsiasi Governo. Viceversa una alleanza con il centrosinistra oltre a determinare molto probabilmante una rottura con Fini e a far perdere al Terzo Polo una parte del suo elettorarto verso la destra, farebbe venir meno questo potere di condizionamento.
Così come, al di là delle aspirazioni di Vendola, sono del tutto velleitarie le ipotesi di scompaginamento tra le forze politiche del centro sinistra. Il risultato elettorale parla chiaro. Il Pd e la sua leadership ne escono rafforzate, non ci sarà nessun “big bang” e nessuna “opa” di Sel sul maggior partito del centro sinistra.
Se il quadro è questo, per quanto riguarda le nostre proposte politiche, approvate anche nel recente cpn, non solo non è il momento di “tirare il freno a mano”, ma è il momento di “premere l’acceleratore”.
Sull’onda straordinaria del risultato di questi referendum che, come i ballottaggi, segnalano una voglia di cambiamento vero, non dobbiamo esitare un attimo a proporre la nostra offensiva unitaria. Con il Pd, Idv e Sel per costruire la coalizione capace di battere Berlusconi e con Sel e Idv per trovare punti in comune da far pesare nella discussione programmatica nella coalizione.
Certo, il rischio che dopo questi splendidi risultati, nel centro sinistra si torni a ragionare e a operare come nulla fosse successo, è sempre presente e noi dobbiamo stare molto attenti a non farci fagocitare, a mantenere una nostra autonomia e una nostra capacità critica. Ma c’è anche un altro rischio speculare a questo che va evitato. Quello di tirarsi fuori, di arroccarsi e di isolarsi, condannandosi alla marginalità e alla ininfluenza. Anche questa è una forma di subalternità che va combattuta.
Claudio Grassi.
fonte: www.claudiograssi.org

domenica 12 giugno 2011

VOTIAM VOTIAM VOTATE! SI!SI!SI!SI!



Da questa mattina sono aperti i seggi per votare ai quesiti referendari per conquistare l'acqua pubblica,una gestione pubblica dell'acqua,un'energia più pulita,una legge uguale per tutti.
In queste precedenti settimane abbiamo collaborato con altri compagni (sia FdS che altri partiti,organizzazioni e singoli cittadini), alla militanza nel comitato per il SI a i 4 quesiti.
La nostra militanza(più e meno costante a causa di impegni scolastici o di lavoro), è stata forse la più consapevole possibile per un semplice motivo...noi non possiamo votare! Siamo per maggioranza minorenni,senza diritto di voto.Perché allora militare per qualcosa che a noi non è concesso? Perché facendo questo noi avanziamo una richiesta agli Italiani,noi come tutti i Giovani Comunisti minorenni d'Italia: Coscienti dell'importanza dei temi dei quesiti, temi le cui ripercussioni si vedranno solo nel futuro, non possiamo restare indifferenti e chiediamo ad ogni uomo che tiene al futuro dei propri figli (che potremmo essere noi) di votare SI al nostro futuro.Dicevamo...non possiamo rimanere indifferenti,la storia ci insegna che l'indifferenza e l'ignoranza sono vento a favore dell'oppressore,la militanza è un paravento! La militanza di massa è segno di un popolo che non si arrende e crede ad un obbiettivo,la militanza di massa dei minorenni è segno di un popolo DETERMINATO  a non arrendersi e credere in un obbiettivo.
La conquista del nostro futuro è una lunga marcia,ogni vostro voto è un passo!

sabato 11 giugno 2011

Ricordiamo Enrico Berlinguer.


"Il comunismo è la trasformazione secondo giustizia della società."


"La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico."


"Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita."




Quante persone,sulla montagna pistoisese quell'11 giugno del 1984 avvolsero la fascia di lutto intorno alla loro bandiera.Una folla oceanica era in piazza San Giovanni per rendere omaggio al segretario del PCI,quel segretario tanto discusso e tanto amato,quel segretario che portò il Partito Comunista a traguardi incredibili,che era nell'immaginario collettivo (in special modo in toscana) come una icona intoccabile,come un padre,un buon babbo che lottava per noi,nonostante grandi perplessità sulla sua linea politica,perplessità che vennero spazzate via dalle percentuali inimmaginabili del PCI,dai vecchi partigiani che brindavano in suo nome alle feste dell'unità.
Ripresentiamo Enrico Berlinguer come un'icona del passato il cui esempio sia un faro per il futuro.

mercoledì 8 giugno 2011

Quasi cent’anni di solitudine

Articolo di Francesco Ricceri,tratto da: www.laprospettiva.eu
Tra personaggi di spicco e grandi fatti, spesso capita di scordarci di colui che tutti i giorni apporta il suo contributo, piccolo ma sicuramente non meno importante, all’evoluzione storica. In quanto il suo agire è permeato dello stesso sacrificio di un Gramsci o di un Dante di Nanni.
Così vi racconterò la storia di uno di questi “personaggi minori”, di queste “comparse”. Anche se appellarli in tale maniera è più che mai errato, perché senza questi “catalizzatori sociali”, senza questi “partigiani politici”, non potremmo mai comprendere abbastanza la potenza di un’ideale come quello comunista.
Come capita spesso, ho scoperto quest’esistenza per puro caso. Ero al pranzo pasquale con la famiglia, più momento di ritrovo che religioso; così mio zio, scoperto il mio forte impegno politico, con la voce commossa, mi ha narrato questa storia.
Il mio bis zio Arturo N. nacque nel 1879 da una famiglia di imprenditori edili già in disgrazia da un decennio.All’età di 15 anni, date le ristrettezze economiche, entrò a lavorare nelle ferrovie saltando buona parte degli studi, nonostante avesse una spiccata predisposizione.
Attraverso il sindacato e la Società di Mutuo Soccorso incominciò a militare nella giovanile del Partito Socialista. Si sente subito vicino alla rivista, poi quotidiano, “L’Ordine Nuovo” di Gramsci e del resto dei compagni torinesi. Difatti quando nel 1921 è delegato al congresso del PSI, sarà tra coloro che sceglieranno la via della scissione per fondare il Partito Comunista d’Italia, nato al Goldoni di Livorno.
Da qui incomincia la sua sfortuna, ma anche la parte più interessante della sua vita. Dopo la marcia su Roma e la formalizzazione della presa del potere da parte dei fascisti viene licenziato dalle Ferrovie ed è costretto ad “inventarsi” falegname per sfamare sua moglie ed i suoi due figli.
In quello stesso periodo il suo stesso sangue lo tradisce (cosa che, purtroppo, gli capiterà spesso!) passando al fascismo. Non potendo sopportare quest’onta, rifiuterà sempre qualsiasi aiuto economico da parte loro, da parte del “nemico”. Ma nonostante tutto, riuscirà a far studiare fino all’università i suoi due figli.
Viene pestato svariate volte durante il ventennio e spesso rinchiuso a Le Murate (Galera fiorentina dell’epoca NdA) sia perché comunista, e quindi pericoloso soggetto da tenere segregato durante grandi eventi e visite di personaggi importanti, sia perché sospettato di continuare a militare nel PCdI, cosa che ovviamente faceva andando alle riunioni e diffondendo clandestinamente libri e materiale.
Immaginate cosa voleva dire tutto questo. Immaginate l’alzarsi la mattina chiedendosi se i soldi basteranno per arrivare a fine settimana, immaginate l’angoscia di uscire di casa con il timore di venire bastonati o peggio, immaginate che tutti i vostri amici non vi rivolgano parola solamente perché avete scelto di lottare anche per loro, invece di pensare solo a voi stessi. Immaginate vivere tutti i giorni con il disprezzo e l’odio di tutti puntati addosso.
<<Non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione [...] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini>> – Antonio Gramsci, lettera alla madre 10 Maggio 1921
Durante gli ultimi anni di guerra, precisamente dal ’44 al ’45, è membro delle SAP (Squadre d’Azione Patriottica), che si occupavano di sostenere a livello logistico i GAP (Gruppi d’Azione Patriottica).
Dopo questo breve interludio partigiano gli vengono riconosciuti, dalla nuova Repubblica, i danni del suo licenziamento politico da parte delle FS; da queste ottiene un risarcimento e la pensione da ferroviere per gli anni durante i quali avrebbe dovuto lavorare.
Da questo momento può rincominciare una vita normale, ma sopratutto può fare quello che avrebbe sempre voluto: viaggiare. E con la tessera da ferroviere può farlo gratuitamente per tutta Italia.
Questo privilegio concessogli dopo tanta sofferenza non lo utilizzerà egoisticamente, ma cercherà, nei limiti possibili, di renderlo utile a tutti. Difatti buona parte dei suoi viaggi saranno fatti per ragioni di Partito.
Nel frattempo la vita familiare di N. era cambiata. Suo figlio maggiore era morto tragicamente di alcolismo, mentre l’altro era diventato amministratore delegato della Visconti-Mondrone, che all’epoca controllava la Pozzi-Ginori e la Richard-Ginori, aziende tutt’ora di punta nella produzione di porcellana fine d’alta qualità.
Come non essere felice per un figlio che raggiunge l’apice in ciò che desidera? Mio zio era, sì, felice per lui, ma allo stesso tempo non poteva che ripetersi: ”Mio figlio… un padrone… Com’è stato possibile che sia diventato un essere umano che vive del lavoro altrui?”
Da quel momento il neo-padrone si trasferirà a Milano, dove Arturo andrà spesso a fargli visita fino ad una cena, una fatidica serata. Un bell’appartamento nei quartieri bene di Milano, con molte stanze lussuose, argenterie e domestici. In uno dei molti saloni si tenevano le cene della “buona società”: primari, capitani d’industria, notai e avvocati.
Momento e luogo farebbero sentire fuori posto chiunque non faccia parte di quella ristretta cerchia di potenti. Ma mio zio era una persona estroversa e che da giovane aveva studiato dopo le lunghe ore di lavoro alle Ferrovie. Quindi il suo imbarazzo durò molto poco.
In questi tempi conviviali s’accendevano, non raramente, discussioni politiche che vedevano contrapposti da una parte il comunista fiorentino e dall’altro il resto indistinto della tavolata.
Ma una volta, nel sessantanove, all’apice della strategia della tensione che poi porterà alla Strage di Piazza Fontana, uno di questi commensali fece un’uscita al quanto infelice per Arturo. Difatti questo signore affermava che si dovessero dare manganellate più forti a quei “bighelloni d’operai” senza voglia di lavorare e a quei “fannulloni di studenti” senza voglia di studiare. Insomma di fare i doveri che la giusta società chiedeva loro.
Mio zio s’alzò e disse: “Caro signore, i manganelli li daremo noi a voi molto presto, ma prima di tutti e più di tutti, al mio figliolo!” E detto ciò uscì da quel bell’appartamento, in quel buon quartiere, per non entrarci mai più.
A questo episodio ne segue subito un altro. Arturo, nonostante gli ottant’anni grandemente passati, non si perito’ nel portare a compimento il suo sogno.
Prenotò, grazie alla sezione di Partito, un viaggio in URSS. Era la coronazione di una vita dedicata al Socialismo come la sua. Andare finalmente nella terra dove quello per cui lui lottava in patria era già realtà. Con grandi errori e contraddizioni, però era un principio per tutto il mondo. Era lo Spettro del Comunismo, la speranza di tutti gli sfruttati.
Due mesi prima della partenza N. figlio arrivò nella sezione dell’Impruneta e scatenò un putiferio. Accusò il segretario del circolo di aver ingannato il suo vecchio padre per rubargli i soldi del viaggio. Minacciò cause e per poco la cosa non degenerò in violenza. Alla fine l’organizzatore del viaggio fu costretto, data la virulenza e maleducazione di quell’individuo, a cancellare la prenotazione di Arturo.
Questo per lui fu terribile. Erano anni che agognava di poter vedere il primo esempio al mondo di Socialismo Reale. Durante quelle orribili notti nelle celle de Le Murate sognava almeno di poter vedere, prima di morire, quella terra dove tutti erano liberi ed uguali. E di poter assaggiare anche lui la libertà che, anche prima del Fascismo, sotto la monarchia, non aveva potuto assaporare.
Mio zio sembrava quasi non soffrire del passaggio del tempo. Non aveva mai perso un dente, aveva lunghi e folti capelli bianchi. Il suo corpo manteneva la freschezza ed il guizzo d’un quarantenne in salute. Ma al suonare dei novantacinque anni anche lui dovette abbandonare la sua casa. Sia per tranquillizzare i familiare, preoccupati di saperlo da solo, sia per comodità personale. Fu così che andò in una casa di riposo del suo paese gestita da un gruppo di suore.
Vedendolo arrivare le arzille spose del Signore pensarono di poter riportare nel gregge di Dio un’altra anima perduta nel grande peccato del comunismo. Tentarono in tutti modi di convincerlo a tornare sui propri passi e rinnegare la sua fede politica. Ma a nulla valsero questi tentativi. Per una persona che, dall’età di quindici anni, dedica la sua vita ed ogni momento libero alla liberazione del prossimo, queste erano solamente brezze primaverili. Rispetto, per esempio, alle manganellate dei fascisti in carcere o dei celerini nelle piazze. Come potevano queste signore fargli cambiare idea? Era una battaglia persa in partenza. Ma non fu solo persa, fu proprio disfatta totale!
Perché, dopo due mesi di permanenza nell’ospizio, furono le suore a ricamargli la falce e il martello sui fazzoletti.
Le giornate passavano lente, ma fu quasi un attimo che mancavano pochi mesi al centenario di N.. Il comune dell’Impruneta e la Provincia di Firenze, venute a conoscenza della vita e delle azioni di mio zio, vollero organizzare una festa in piazza. Chiamarono i giornali nazionali, montarono un palco e invitarono le personalità adatte all’occasione.
Fu l’unica volta che Arturo non si presentò ad un impegno politico. Un mese prima del suo compleanno ebbe un rapido tracollo della salute.  In pochi giorni lasciò palco, giornalisti e personalità.
Ma fu proprio sul letto di morte che andò in scena l’ultima piecé del suo carattere. Mia nonna Fedora gli chiese di perdonare un suo cugino, anche se non se lo meritava, che aveva fatto parte dei torturatori fascisti di Villa Triste (villa dove torturavano i dissidenti politici e i partigiani a Firenze NdA). Nonostante la debolezza s’alzò e disse: “Perdonare?! Perdonare un par di zeri!” Il mio bis zio non diceva mai parolacce.

lunedì 6 giugno 2011

La nostra Prospettiva

Questo è il documento con cui si presenta "La Prospettiva": uno spazio web che tratta temi d'attualità politica,economica è sociale,uno spazio web che si prospetta a dare un notevole contributo alla discussione per un work in progress della sinistra.

La nostra Prospettiva

Della democrazia è mancata la pratica, gli strumenti per ora ci sono ancora, ma restano inutilizzati e quelli di controllo vengono intanto delegittimati, sfiduciati e attaccati in guerra aperta. Della defascistizzazione non vi è più traccia perché ogni relitto fascista è stato recuperato per rafforzare il potere del governo contro la giustizia e lo Stato, a servizio di un potere padronale. Amici e amiche, cittadini, se volete rispettare i nostri martiri e i nostri caduti, guardatevi dal ritorno di un regime che viene spacciato come decisionismo, che presuppone comunque un padrone e ovviamente la disuguaglianza e la prepotenza. Occorre salvare lo Stato, le istituzioni e la Costituzione. Forse questo oggi è rivoluzionario ma occorre un nuovo risorgimento, una nuova liberazione. Siate anche voi partigiani!
Torino, 21 aprile 2011 – Massimo Ottolenghi, partigiano
La storia non è finita. L’esplosione della crisi economica,  le contraddizioni insanabili del sistema economico e gli squilibri sempre più accentuati  ci insegnano che un altro mondo, più giusto, è quanto mai necessario.
Esiste e Resiste un’Italia che non intende rinunciare alla difesa del Lavoro, della Scuola, della Pace, dei Beni Comuni… di un futuro migliore. Un popolo che pone alla sinistra, in tutte le sue declinazioni, la sfida della costruzione dell’alternativa.
La costruzione di un’alternativa credibile e capace di portare il nostro Paese oltre la barbarie dell’oggi, non può passare dalle scorciatoie della personalizzazione della politica né tantomeno da un velleitario minoritarismo di testimonianza fatto di slogan e poco più. C’è bisogno di prospettiva, di ragionare su tempi medi e lunghi.
“La Prospettiva” sarà uno spazio aperto di confronto e di elaborazione politica. Una realtà in cui riportare al centro del dibattito l’urgenza di ripensare una complessiva idea di Paese, la necessità di avanzare una proposta politica realmente in grado di spostare gli assetti del sistema.
“La Prospettiva” si farà promotrice dell’unità delle varie esperienze, per rimettere in connessione le risorse intellettuali e politiche, sparse fra i diversi soggetti politici, sindacali, di movimento e dell’associazionismo, dei più diversi contesti di lavoro e di studio…, con il fine ultimo di ridisegnare il nostro progetto per il futuro.
“La Prospettiva” vuole essere capace di legare analisi, formazione, proposta politica, presenza e radicamento sui territori e nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nell’associazionismo
“La Prospettiva” si pone l’ambizioso obiettivo di gettare le basi politico-culturali perché sia possibile recuperare e riprendere la strada di Liberazione interrotta nel 1945 quando il nostro Paese, unito dal 1861, conquistò una delle Costituzioni più avanzate del mondo. La conquista di quella Carta, che ancora oggi è la nostra legge fondamentale, non rappresenta tuttavia un punto di arrivo, ma il punto di partenza di una nuova e faticosa lotta, ultimamente fin troppo dimenticata, per la concreta attuazione e realizzazione dei principi fondamentali di quel testo.
La sovranità nazionale, la pace, l’investimento nell’intelligenza e nel progresso, il diritto al lavoro e la dignità del lavoro, la scuola come strumento di emancipazione basato sull’uguaglianza e la meritocrazia reale, la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio del nostro Paese, il valore della solidarietà e del riscatto degli sfruttati, la difesa dei beni comuni come pubblici e non vincolabili a logiche di profitto, il ruolo sociale delle imprese e dell’economia…
Questo è il programma della nostra Costituzione. E questi sono i temi su cui “La Prospettiva” intende dare un proprio, crediamo prezioso, contributo.
I GC si impegnano a sostenere questo ambizioso progetto.in alto a destra nel nostro blog troverete il link del sito.

giovedì 2 giugno 2011

Ridare una Prospettiva alla sinistra e al Paese

“La brama di libertà è sentimento, aspirazione naturale dell’uomo e i ripetuti sforzi del dispotismo non bastano a distruggerla!” (C. Pisacane)

Da lunedì 6 giugno saremo online "a pieno regime", con i primi articoli, in questi giorni chiediamo a tutti gli interessati di segnalare il nostro link www.laprospettiva.eu, girando voce e inoltrando per mail il nostro spazio web.

Il Parlamento italiano è divenuto un teatro esclusivo, dove lo spettacolo è ignoto agli italiani e parziali riassunti sono proposti e manipolati daiprincipale media nazionali. La sinistra ha perso nella società, a livello di senso comune è spesso incapace di incidere e l'alternativa alle destre, quando non si innescano gli straordinari meccanismi di partecipazione che hanno caratterizzato le esperienze di Milano e Napoli, continua ad apparire come uno strano miscuglio in cui sbandano le più diverse proposte, spesso legate ai tatticismi dell'immediato o a singole ambizioni personali.

La stanchezza e il senso di frustrazione segnano milioni di italiani. Da questo fattore emerge la retorica del "sono tutti uguali e non ci si può far niente", per questo vediamo comici che diventano politici e politici che diventano comici, mentre si persegue una logica di estrema personalizzazione della politica. Mentre nel Paese si manifesta un meraviglioso popolo che percepisce la necessità del cambiamento, di un nuovo "25 Aprile", in Parlamento è assente una forza politica capace di assumere la difesa di quelle persone e del nostro Paese, strangolato da politiche classiste, guerrafondaie e utili solo ai profitti e agli interessi di banche e finanza (spesso di chi è responsabile della crisi economica da cui non siamo ancora usciti).

"La Prospettiva" si pone come uno spazio di discussione aperto, capace di costruire il confronto fra diverse esperienze, con il fine di compiere un'elaborazione politica sul medio e lungo periodo, di contribuire alla ricostruzione di un progetto di cambiamento. "La Prospettiva" vuole gettare le basi per la costruzione di un'alternativa politica che sia fondata sulle proposte di governo e non solo sull'identità o sulla retorica. Un'alternativa costruita senza essere subalterni a chi gestisce il potere, provando a costruire in positivo, riallacciando un rapporto di massa fra politica e cittadini, tornando a produrre elementi di senso comune e di egemonia. Andare lontano sapendo di venire da lontano.

Lo Stato è percepito come un'entità distante e corrotta, la politica è la principale responsabile di questa situazione. "La Prospettiva" vuole osare, lanciare una sfida ambiziosa, sperando che questa venga raccolta da molti e possa aprirsi un viaggio proficuo, articolato e aperto al confronto, lungo la strada del cambiamento. Non ci rassegniamo all'esistente, alle quotidiane ingiustizie.

Per uscire dalla crisi sociale, morale e politica del nostro Paese, vogliamo fare politica a testa alta per cambiare la società, essere parte attiva del cambiamento, così come ci hanno insegnato i protagonisti della Resistenza. Vogliamo costruire una nuova prospettiva per l'Italia.

Da lunedì 6 giugno saremo online "a pieno regime", con i primi articoli, in questi giorni chiediamo a tutti gli interessati di segnalare il nostro link www.laprospettiva.eu, girando voce e inoltrando per mail il nostro spazio web.