giovedì 24 novembre 2011

Chi si merita la cittadinanza?

Pochi giorni fa il presidente Giorgio Napolitano ha riportato la questione dell'immigrazione al centro del dibattito politico, dichiarando che i figli di immigrati, nati in Italia, hanno diritto di essere considerati cittadini Italiani.
Naturalmente si è scatenato subito il putiferio, soprattutto in ambiente Lega Nord e fra gli ex missini del PDL, con dichiarazioni al limite dell'assurdo("siamo pronti ad innalzare le barricate in parlamento"?! innalzi le barricate per la cittadinanza a bimbi quasi più italiani di te e non lo fai per il calpestamento dei diritti sindacali?).
Le motivazioni più "popolari" che sentiamo nei nostri piccoli centri d'aggregazione sono sempre le solite, che spaziano fra "sono dei delinquenti, a casa loro non ruberebbero ecc. ecc." fino a "rubano il lavoro agli italiani ecc. ecc."

Sorvolando il dibattito(non marginale) su di chi sia la colpa di una diffusa delinquenza e del molto lavoro a carico degli immigrati (spesso, soprattutto nel meridione e nelle periferie dei centri urbani, lavori che darei del pazzo a chiunque volesse farli volontariamente), che si può comunque riassumere in maniera generalizzata puntando l'indice nei confronti della spietatezza del capitalismo; ci scandalizziamo della cittadinanza per un bimbo nato e cresciuto in Italia, ma non lo facciamo per personaggi, come uno in particolare che abbiamo la disgrazia di ospitare fra i nostri bei monti, che rubano un sacco di soldi ai contribuenti (come, più di 700000 € ad un ente pubblico locale), forti di un potere politico ed economico che gli garantisce la protezione che non ha un'immigrato costretto a spaccarsi il culo per un pezzo di pane e talvolta costretto al furto.
Ospitiamo ladri italiani che hanno addirittura il diritto di voto, il più grande dovere di civiltà all'interno di uno stato democratico, preferiamo che questo sia il diritto di un uomo che vuole costruirsi la vita con le proprie mani, piuttosto che dalle tasche degli altri.
Preferiamo non fare nomi, non solo perché citiamo un personaggio che purtroppo tutti gli abitanti della montagna pistoiese hanno avuto il dispiacere di sentire nominare, ma perché riteniamo non essere degno di stare fra le righe di un blog del circolo locale di una delle organizzazioni giovanili portabandiera della giustizia sociale.
Questo post non è un'analisi ma uno sfogo, uno sfogo che che ci sentiamo in dovere di fare come italiani, perché fieri della nostra patria rifiutiamo che un criminale possa essere considerato un nostro concittadino e non lo possa essere considerato un bambino nato, cresciuto in Italia ed innocente di ogni colpa.

sabato 19 novembre 2011

Riforma Gelmini, il neopremier ha fretta


Mario Monti è convinto che la riforma Gelmini dell’università vada bene così com’è e i suoi decreti attuativi siano pronti per ripartire dai box delle commissioni parlamentari. È il primo abbaglio del governo dei professori (8 su 17) che ha commissariato il parlamento, facendosi interprete della «dittatura commissaria» europea in virtù della «reggenza» esercitata dal Presidente della Repubblica Napolitano.  Contrariamente a quanto ieri Monti ha dato per certo al Senato, nulla in realtà è meno certo dei tempi di attuazione di una «riforma» che prevede 47 decreti legislativi. I decreti fino ad oggi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale sono 17 e disciplinano gli aspetti più eterogenei, dai posti disponibili per le iscrizioni a Medicina agli stipendi dei direttori generali, dall’importo minimo degli assegni di ricerca alle università telematiche finanziabili nel 2011 (per una panoramica rimandiamo al sito del Centro per la Riforma dello Stato). Ne mancano all’appello ancora 30, alcuni dei quali riguardano aspetti determinanti della legge, come la valutazione della qualità della ricerca condotta dall’Anvur sulla quale Monti confida per favorire «meccanismi d’incentivazione» per gli atenei, oltre «il sistema di selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti». Questo decreto sarà presto operativo e il suo prodotto finale sarà la creazione di una classifica delle università e degli enti di ricerca «virtuosi», essenziale per erogare la quota di finanziamento premiale del 10% del Fondo per gli atenei tagliato del 10% dal 2001 a oggi, complici anche Tremonti e Gelmini: l’Ffo è passato da 7,4 a 6,1 miliardi di euro all’anno. In questa classifica, l’ateneo italiano più «virtuoso», il Politecnico di Torino già diretto dall’attuale ministro dell’università Francesco Profumo, farebbe la parte del leone.
La pubblicazione dei decreti non esaurisce affatto l’iter normativo previsto. Per essere vigente, un decreto ha bisogno di uno schema di regolamento che deve essere registrato dalla Corte dei conti. Una volta pubblicato in Gazzetta lo schema in questione, si prevede che ogni ateneo emani un regolamento. Se, invece, prendiamo un altro aspetto della legge che Monti pensa sia quasi operativa, l’approvazione dei nuovi statuti degli atenei, le promesse sono ancora più aleatorie. Fino ad oggi sono stati approvati 9 statuti su 95, due nelle università statali (Catanzaro e Ca’ Foscari di Venezia), mentre le altre 7 sono private. C’è la Luiss, ma non la Bocconi di Monti, né la Cattolica di Milano del ministro della cultura Ornaghi. Non c’è dubbio che, considerati gli incarichi che si trovano a ricoprire, gli ex rettori rimedieranno presto ai ritardi accumulati obbligando i loro ex colleghi a procedere a tappe forzate.
Ma questa cura da cavallo potrebbe non bastare per alleviare la paralisi che ha colpito l’intera università e rischia di durare anni. Il governo Monti dovrà infatti domare la buliminia normativa prodotta da una legge che contiene 171 norme le quali, come nel gioco delle scatole cinesi, ne produrranno altre 500 e comporteranno l’approvazione di un migliaio di regolamenti. Questo mostro giuridico potrebbe essere abbattuto se, dopo la «dittatura commissaria», il governo Monti adottasse uno stato di eccezione amministrativo. Ciò permetterebbe di procedere per le spicce, considerando l’importanza attribuita da Monti all’istruzione e all’università, fondamentali per «la valorizzazione del capitale umano». Ammesso che esista, questa misura permetterebbe di mettere all’angolo Pd e Idv, costringendoli a votare i decreti di una legge che hanno promesso di riscrivere una volta tornati al governo. L’appoggio del centro-sinistra al governo dei rettori rischia di sbugiardare l’impegno preso da Bersani sul tetto occupato dai ricercatori. Nel frattempo, il neo-ministro Profumo ha ribadito che incontrerà studenti e ricercatori, ma non ha ancora spiegato dove reperirà le risorse chieste anche dai rettori della Crui. Nell’eccezionalità di questo momento, forse adottando strumenti d’emergenza, dovrà rifinanziare, ad esempio, il fondo per il diritto allo studio che nel 2011 è di 98 milioni di euro, mentre in Germania ammonta addirittura a 1,4 miliardi. Riuscirà Monti a parametrare almeno questo «indicatore» sul livello europeo?

di Roberto Ciccarelli, da "il manifesto" del 18/11/2011

sabato 5 novembre 2011

Richiesta assemblea pubblica per informare i cittadini della montagna pistoiese.


ALL'ATTENZIONE DEGLI ORGANI DI STAMPA

Alla luce dei recenti, tragici, avvenimenti che hanno colpito le popolazioni della Lunigiana, di Genova e La Spezia, abbiamo inviato una lettera ai comuni della montagna e alla provincia di Pistoia, dove chiediamo che le istituzioni competenti nella gestione del territorio (comuni e provincia) convochino delle assemblee pubbliche, dove possa essere possibile mettere al corrente i cittadini  sui reali rischi che corrono con l'ondata di maltempo che come ogni anno ci prepariamo ad affrontare, o molto meno tragicamente, fare in modo che i cittadini vengano informati a proposito degli interventi fatti sul territorio per prevenire le frequenti frane alle quali siamo soggetti, in particolar modo il territorio della val di lima e di Pracchia, o eventualmente fare ulteriori controlli e interventi, visti i (talvolta evidenti) segni che indicano la tenuta poco stabile del terreno su cui camminiamo tutti i giorni (situazioni magari sotto controllo, ma che allarmano il cittadino).
Facendo questo non ci vogliamo dimostrare ne allarmisti ne premonitori di tragedie, proprio perché non siamo abbastanza informati sulla reale situazione del nostro territorio, nonostante parliamo di fenomeni (come le frane) che ci colpiscono in maniera regolare e da sempre rappresentano un problema per gli abitanti della montagna pistoiese.

Purtroppo è sconfortante renderci conto che, soltanto quando abbiamo le tragedie sotto gli occhi, ci rendiamo conto di quanto possa valere mettere la massima attenzione in una gestione regolare e pulita dei fiumi e del territorio in generale, perché le alluvioni sono fenomeni naturali, ma talvolta i rischi ed i morti si possono evitare. 
E' bello però sapere che esistono degli "angeli del fango" ragazzi e ragazze che mettono in moto la solidarietà ed aiutano le popolazioni alluvionate. Per chi volesse dare una mano, Rifondazione Comunista ha mette in moto i mezzi per farlo, organizzando squadre di soccorso nei territori alluvionati. Chi fosse interessato può contattare la federazione genovese del PRC (scrivere a rifgenova@gmail.com, oppure contattare il responsabile organizzazione provinciale Sergio Triglia (3384260812), oppure da fisso 0102759149 Roberto).

Grazie dell'attenzione.

Giovani Comunisti circolo "Alberto Giannini" della montagna pistoiese.

martedì 1 novembre 2011

VIII Congresso PRC Montagna Pistoiese-Circolo GC "A.Giannini"

PER LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA! PER UN UNICO PARTITO COMUNISTA! 


Congresso dei GC "A.Giannini":
venerdì 4 novembre alle ore 21.00 (presentazione dei documenti ed inizio dei lavori).

Si volgerà tutto all'interno della sezione PRC "Montagna Pistoiese" (Piazza Appiano, Maresca).




I documenti congressuali sono consultabili e scaricabili a questo indirizzo: http://web.rifondazione.it/viii/