lunedì 25 aprile 2011

Alberto Giannini è vivo

Vogliamo che ogni neofascista guardi negli occhi questo giovane partigiano,gli occhi di un ragazzo che avrebbe voluto vivere e invece è dovuto morire.Ma lui è vivo,nonostante il revisionismo,nonostante il berlusconismo che offusca lo spirito del 25 aprile che un tempo regnava nel quotidiano,lui viene ricordato,lui è un esempio per noi,Giovani Comunisti,patrioti,antifascisti. So che i neofascisti non proverebbero vergogna,come non proverebbero vergogna i vari destroidi insediati nei nostri comuni,ma loro sono a lutto perché si sentono fascisti,noi siamo in festa perché ci sentiamo ITALIANI!
Buona festa della Liberazione a tutti,che non sia vano l'esempio dei nostri padri.

25 aprile,restiamo umani,siamo i ribelli della montagna.

Come ogni 24 aprile dal 1994,ieri sera si è svolta la fiaccolata della Maceglia, un evento dell'ANPI della montagna pistoiese al quale c'è sempre stata molta partecipazione e commozione.Si tratta di una fiaccolata che parte dal rifugio di Pratorsi è arriva fino al passo della Maceglia,dove il 14 luglio del '44 caddero i partigiani Sergio Giovannetti e Franco Prioreschi.
Nonostante l'inconveniente pasquale la partecipazione è stata buona.Una volta arrivati al cippo commemorativo della Maceglia ha preso parola il vicesindaco di San Marcello Pistoiese,la compagna Luisa Soldati,che ha voluto ricordare un partigiano dei nostri tempi un uomo che,come i nostri eroi liberatori,ha dato la propria vita per un popolo oppresso:quello palestinese.Si erano svolti i funerali del partigiano Vittorio Arrigoni,senza funerale di stato ne bandiere a mezz'asta,quindi la compagna Soldati ha ritenuto giusto ricordarlo come rappresentante istituzionale e come uomo,restiamo umani,come diceva il compagno Arrigoni.
Prima di cedere la parola al compagno Bruno Bargellini (partigiano della brigata Gino Bozzi,presente il giorno della strage),la compagna Soldati non ha chiesto un minuto di silenzio,ma un urlo di rabbia contro ogni oppressione.
Dopo le belle parole del compagno Bruno Bargellini (messo un po in difficoltà dall'emozione),la cerimonia è stata conclusa dal Collettivo Folkloristico Montano.
Questa mattina si svolge l'ultima parte dei tradizionali festeggiamenti del 25 aprile a San Marcello Pistoiese, con il giro dei cippi commemorativi,dobbiamo però ricordarci,come ogni anno,come ogni giorno,che questa festa nazionale non è solo depositare corone, o tricolori al vento,ma è la radice della nostra patria,della nostra costituzione,della lotta contro ogni oppressione.
BUON 25 APRILE A TUTTI!
Giovani Comunisti "Alberto Giannini" della montagna pistoiese.

venerdì 15 aprile 2011

In morte di Vittorio, per la libertà del popolo palestinese

Vittorio Arrigoni è stato ucciso, il suo corpo è stato ritrovato questa notte in una casa abbandonata di Gaza City da un commando delle Brigate Ezzedin al-Qassam che era entrato in azione per tentare di liberarlo.

Vittorio Arrigoni era un compagno, un uomo che aveva deciso di vivere lottando, impegnandosi, rifiutando e capovolgendo l’indifferenza colpevole della parte del mondo nella quale era nato.

Aveva scelto di vivere le sofferenze del popolo palestinese e l’ingiustizia dell’occupazione israeliana. Il raccontarle e denunciare sistematicamente era la logica conseguenza di questo amore per la verità e per la giustizia. Attraverso i suoi diari abbiamo saputo in questi anni ciò che l’informazione dominante tentava di nascondere. Come nel gennaio 2009, quando raccontò giorno per giorno l’operazione «Piombo fuso», l’aggressione israeliana a Gaza che costò la vita – secondo i dati diffusi dallo stesso esercito – a 1417 palestinesi.


Chi ha ucciso Vittorio Arrigoni è un nemico del popolo palestinese. Chi lo ha ucciso non vuole la pace e soprattutto non vuole una pace giusta, fondata sul diritto di Israele ad avere un proprio Stato e sul diritto del popolo palestinese ad averne, a sua volta, uno proprio, in cui crescere senza la paura quotidiana della segregazione e della morte.

Arrigoni sapeva bene che il conflitto tra Israele e Palestina non è un conflitto simmetrico, per il semplice motivo che il popolo israeliano il suo Stato lo ha già.

E sapeva bene che la convivenza si costruisce garantendo la dignità e il riconoscimento dell’altro e dei suoi diritti, in primo luogo il diritto alla vita.

Invece Vittorio è rimasto travolto dall’esatto opposto: da una spirale di odio e di violenza, proprio come Juliano Mer Khamis, intellettuale di madre israeliana e padre palestinese, ucciso a Jenin non più tardi di dieci giorni fa.

Per dirti addio senza che le nostre parole suonino vuote o retoriche dobbiamo fare due cose. La prima è studiare, informarci, riflettere a fondo e indagare per capire la verità e conoscere i nomi di chi ti ha ucciso, di chi ha armato i tuoi assassini e dell’ideologia e degli interessi in nome dei quali lo hanno fatto.

La seconda è lottare per una pace giusta, per la libertà del popolo palestinese. Ma non come abbiamo fatto fino ad ora. Con molta più forza e molta più intransigenza, nel ricordo di uomini giusti come te.

di Simone Oggionni

sabato 9 aprile 2011

Sulla Montagna Pistoiese continua a crescere il panico per la presenza di 40 immigrati a Lizzano

Ma come può qualcuno a Maresca aver paura di 40 persone che staranno a LIZZANO ?
In questa paura c'è qualcosa che... quasi impaurisce: l'atteggiamente medioevale del timore di qualcuno che viene da lontano, una sacca nascosta di ignoranza che si rivela improvvisamente e quasi collettivamente.
Mi trovo ad essere l'ultimo anello della catena dell'unica fonte di informazione locale, i quotidiani, e sono perciò sottoposto ai continui e sconfortanti commenti di chi li compra o passa davanti alle locandine.
Negli ultimi anni avevo rivalutato molto la mentalità della Montagna Pistoiese riguardo a qualcosa che mi riguarda personalmente, per cui l'ho trovata molto più "avanti" di altre zone toscane più vicine ai centri urbani; proprio per questo l'improvviso terrore per lo straniero rischia di essere per me fonte di grande delusione.
L'ignoranza, nel senso più ampio che il termine può esprimere, sta diventando un valore; la civiltà superiore cui facciamo parte ha forse fallito. speriamo di riuscire ad inventare qualcosa di nuovo.

 Luther Blissett Mountbatten

8/04/2011

martedì 5 aprile 2011

MUSICHE RIBELLI!


“Ma da qualche tempo è difficile scappare,
c'è qualcosa nell'aria che non si può ignorare
è dolce, ma forte e non ti molla mai
è un'onda che cresce e ti segue ovunque vai


E` la musica, la musica ribelle
che ti vibra nelle ossa
che ti entra nella pelle
che ti dice di uscire
che ti urla di cambiare
di mollare le menate
e di metterti a lottare “

“E. Finardi”

La musica ribelle, da sempre è una forma di protesta, forse la più bella la più importante , perché se canti le tue canzoni puoi mostrare i tuoi ideali farli durare nel tempo come dimostrano i vecchi canti partigiani e le storie di lotta di tutte le rivoluzioni che sono ancora cantate e che speriamo che siano cantate a lungo! Con la musica puoi raccontare tutto come ci dimostrano molti cantautori italiani che hanno portato in musica le lotte studentesche e operaie del 68 italiano e della speranza di fare un mondo sui valori dell’uguaglianza, della fratellanza e della libertà! La musica è stata sempre un passo importante per le persone nella storia, tutti siamo distinguibili per le canzoni che ascoltiamo ma quelle più belle sono appunto le “ribelli” perché cantate dalle persone giuste hanno significati unici quelle che raccolgono i pensieri delle persone la voglia di mettersi a lottare! Che riescono in qualche modo a risvegliare i popoli che denunciano un sistema che cercano un modo per farsi ascoltare. Le nostre musiche ribelli ricordano anche molti personaggi storici che ci rappresentano che abbiamo preso come simboli per le nostre idee che ci sentiamo di poter raggiungere nei pensieri e nelle azioni. Cosa voglio dire con queste parole voglio dire che con la musica si ricorda! Ma non si vive sui testi delle canzoni, si vive con i testi delle canzoni perché ci ricordino il nostro passato e come siamo diventati quello che siamo !
Dal compagno Jacopo “Pata” Menicalli

sabato 2 aprile 2011

Giovani Comunisti nelle amministrative,un'altro esempio dalla FdS di Figline:la presenza!


Avevamo già segnalato nei giorni scorsi l'interessante situazione della FdS di Figline (http://gcalbertogiannini.blogspot.com/2011/03/ripartire-nei-piccoli-comuniun-esempio.html),ma da questa mattina,giorno posteriore all'inizio attivo della campagna elettorale a Figline, dobbiamo sottolineare un altro elemento positivo della candidatura di Dmitrij Palagi, cioè la presenza costante sul territorio:ieri per tutta la giornata il GC candidato sindaco è stato presente all'interno della vita sociale del comune,e la cosa si ripeterà anche oggi e nei giorni a seguire.
Quindi sottolineamo ancora i punti di questo progetto politico a Figline:

  1. Trasparenza politica.
  2. Chiarezza politica.
  3. Interessamento del sociale.
  4. Un volto nuovo,ma non con uno stampo "rottamatore".
  5. La presenza costante nel territorio.
Continueremo ad osservare Figline,che presenta alcune analogie con il nostro territorio.